sabato 5 gennaio 2013

Il Metodo Millan

Striscia la Notizia qualche giorno fa ha portato all'attenzione della massa critiche a Cesar Millan e ai suoi metodi di recupero dei cani con "disturbi" comportamentali.

Vorrei spendere qualche parola su questo caso essendomene occupato circa un anno fa. In rete le critiche al Metodo Millan sono presenti dalla trasmissione delle prime puntate della serie "Dog Wishperer".


Ho letto sia i pareri a favore e sia quelli contro le sue metodologie, non amo l'estremismo. Se sbaglio mi piace farlo con la mia testa, non con quella degli altri.

Millan è un comportamentalista che interviene quando qualche proprietario ritiene che il, o i propri animali, abbiano dei disturbi. Disturbi che sono molto spesso definiti tali perché infastidiscono l'uomo, non il cane.

La filosofia di base è quella secondo la quale il padrone, per evitare che il cane manifesti comportamenti che lo infastidiscono, deve diventare l'elemento dominante. Quello che in natura è definito capo-branco. I metodi, per quanto riguarda tutti i casi che ho potuto esaminare, sono sempre commisurati alla criticità del caso e scelti in relazione alle caratteristiche a al trascorso di vita dell'animale.

I suoi metodi vengono definiti violenti e coercitivi. Possedere un animale domestico è di per sé un atto violento e coercitivo nei confronti della sua natura. Chiunque tenti di modificare il comportamento del proprio cane (gatto o altro) in modo che non cozzi con il proprio "mondo civile" compie una forzatura, qualunque via intraprenda per raggiungere l'obiettivo.

Cesar Millan non è una sadico che ama spettacolarizzare metodologie violente per il proprio tornaconto. Credo sia una persona che tenta di risolvere "problematiche comportamentali" direttamente nell'ambiente in cui vive abitualmente il cane con metodi sempre commisurati alla situazione.

Ci sono metodi o soluzioni alternative? Certo che ci sono, ci sono sempre. Non mi sento personalmente però di bollare come violente le sue tecniche poichè credo che facciano parte di una scuola di pensiero che tenta di umanizzare al minimo il cane. Credo che questo sia uno degli approcci più rispettosi verso l'animale che possiamo, da uomini, concepire.


2 commenti:

  1. E' proprio vero che chi non vuol vedere non vede ...... eppure le immagino non dovrebbero essere così difficili da leggere: basta guardare il linguaggio corporeo dei cani per capire il loro stato emotivo. Non permeterei a nessuno di far provare al mio cane quello che Millan fa provare ai poveri cani che capitano sotto le sue mani. Cosa bisogna fare di più per bollare come violente delle azioni?

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    1. Ciao, oltre a vedere e "leggere" le immagini tento, con tutte le infromazioni che posso reperire, di contestualizzarle. Gli spezzoni mostrati sul web prima e da Striscia la Notizia poi, senza il contesto, non possono essere "giudicate". Si tratta di cani fortemente aggressivi e difficilmente gestibili all'interno dei propri ambienti. Le metodologie adottate sono forti ma dignitosamente animali. Ho deciso di scrivere questo articolo non perchè sia un ammiratore di Cesar Millan. Ti dirò di più, il solo fatto che lui tenti di "risolvere certi comportamenti" per me rappresenta una violenza. L'ho scritto perchè non ho apprezzato per niente questa pura "contrapposizione generalistica" (per usare un eufemismo) di alcune Associazioni Animaliste e di Striscia verso una persona (più che un metodo) senza prima esporre valide alternative. Grazie per il commento.

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